Come fare l’ orto biologico è un vademecum con consigli pratici redatti dalla dott.ssa Sara Petrucci, dottore agronomo con specializzazione in agricoltura biologica e multifunzionale.
Come fare l’orto biologico pubblicato per la collana COME FARE della casa editrice Simone
E’ realmente possibile parlare di agricoltura biologica? Come deve essere curato un orto naturale? Quando e come concimare il terreno in maniera ecologica? Sono tanti i dubbi che affliggono chi decide di avvicinarsi all’orticoltura e alla floricoltura, soprattutto quando a farlo non è un esperto. L’importante è non farsi cogliere impreparatine seguire alla lettera le indicazioni degli esperti.
La dott.ssa Sara Petrucci è un dottore agronomo con specializzazione in agricoltura biologica. Ha gentilmente risposto alle nostre domande, dando consigli e ottimi spunti per creare e curare al meglio un orto biologico. Ha da poco pubblicato il libro Come fare l’orto biologico edito dalla casa editrice Simone, acquistabile anche online.
Può descrivere di cosa si occupa nello specifico?
Mi occupo di varie attività: docenze in corsi per privati (hobbisti) e in una scuola superiore; collaborazioni a progetti di filiere locali sostenibili, coordinamento tecnico in progetti di orticoltura sociale, consulenze, scrittura di articoli. In vista anche una nuova attività legata alla compilazione di notifiche di operatori del biologico. L’agronomo è una figura che può svolgere diverse mansioni, e questo può essere una risorsa o un motivo di confusione, dipende.
Quando e come è nata la passione per l’agronomia e l’agricoltura?
In realtà quando si trattò di scegliere l’università non avevo affatto le idee chiare su che cosa avrei voluto fare. Ma a Pisa, la città dei miei studi, si stava attivando un corso di laurea sull’agricoltura biologica e la mia sensibilità verso l’ambiente mi ha portata a sceglierlo.
Tra le varie specializzazioni, perché ha scelto l’orticoltura?
E’ stata la conseguenza di un lavoro trovato dopo qualche anno dalla laurea, quando trovai l’annuncio di una cascina lombarda che richiedeva un collaboratore per l’orto biologico in permacultura. Da quella esperienza ho imparato un sacco di cose e ho voluto poi proseguire con l’argomento.
Il suo libro si intitola “Come fare l’orto biologico”. E’ realmente possibile parlare di biologico? In cosa si differenzia dall’orticoltura non biologica?
Certo, l’agricoltura biologica suscita ancora alcune perplessità. C’è chi crede che non sia davvero possibile coltivare in questo modo e chi teme le truffe del “falso bio”. In realtà coltivare biologico è possibile e anche produttivo. E’ solo che i tempi di rigenerazione di terreni sfruttati da anni di chimica e di monosuccessioni sono lunghi. Serve pazienza. Tutti i cambiamenti comportano un’inerzia e la conversione al biologico è una fase delicata. Nell’orto non biologico alcuni problemi, soprattutto quelli di ordine fitosanitario, si risolvono con mezzi chimici senza dubbio più efficaci, nell’immediato, rispetto a quelli consentiti nell’agricoltura biologica che punta invece alla prevenzione e ad una visione, diciamo più olistica. Nel mio libro cerco di dare suggerimenti molto concreti, supportati da spiegazioni teoriche, su come coltivare in modo eco-compatibile ma anche efficiente.
Parlando di piante, è possibile parlare di concimazione/cura/mantenimento biologico?
Certamente. Per l’agricoltura biologica la base per la fertilità del terreno è il mantenimento del tenore di sostanza organica nel terreno. Ciò determina una fertilità in senso lato, comprendendo quella chimica, quella fisica e quella biologica. Si caldeggia l’uso di compost (anche di autoproduzione), di letame, di sovesci e anche di concimi organici e minerali naturali che si possono acquistare.
Se si, quali benefici apporta alle piante?
Di solito coi fertilizzanti sopra citati si evitano gli eccessi di azoto e la pianta ottiene un nutrimento a più lenta cessione.
Quali i consigli può dare su annaffiatura, concimazione, fertilizzante, temperatura?
E’ sempre bene irrigare con acqua a temperatura ambiente altrimenti le piante soffrono e preferire metodi irrigui che non bagnino la parte aerea delle piante: ciò previene l’insorgenza di patologie fungine. Per la concimazione, compost e letame devono essere distribuiti su tutto il terreno (o miscelati alla terra del vaso) e non localizzati vicino alle piante.
Quale pianta preferisce e ama curare?
Una pianta che apprezzo tanto è l’Aloe vera, per i suoi effetti così benefici sull’uomo.
Se si, quali i consigli per farla crescere al meglio?
La si può coltivare con metodo biologico, anche perché non richiede abbondanza di concimazione. Se si è alle latitudini del nord però in inverno è bene portarla in casa, e per questo è meglio coltivarla in vaso, ricordando di rinvasarla ogni anno in un contenitore più grande. A centro o al sud d’Italia la coltivazione può tranquillamente avvenire in pieno campo e quindi anche in ogni giardino. L’importante è ricordare sempre che soffre i ristagni idrici, va irrigata poco.
In un orto biologico può esserci convivenza tra piante di diversa specie? Esempio lavanda, succulenta, pianta grassa?
Certamente. La biodiversità è un aspetto fondamentale da ricreare, almeno nei limiti del possibile, anche in un orto o giardino privato. La lavanda in particolare attira molte api o altri insetti utili come impollinatori. Alcune piante grasse si possono coltivare nell’orto alle latitudini del centro-sud, con qualche limite al nord per la stagione fredda e umida invernale.
Quanto il contatto con la terra dia benefici al benessere dell’uomo? E quanto prendersi cura di piante o di un orto?
Non saprei quantificarlo, ma per esperienza personale direi che i benefici sono tangibili e per la mia impressione sono legati al rapporto con le piante e con la terra, che è diretto, senza filtri. Con la terra e con le piante possiamo uscire dai nostri ruoli ed essere semplicemente persone. E poi ci sono l’aspetto della produzione di cibo di qualità, che genera grandi soddisfazioni, e quello delle relazioni con gli altri, se gli orti sono condivisi, come accade sempre più spesso.
Quali sono le premesse affinché poter iniziare al meglio un orto biologico o un piccolo angolo con piante?
Credo che una premessa importante sia legata alla perseveranza e all’accettazione. La prima serve per uscire dal timore “ho il pollice nero”: tutti possiamo imparare a coltivare e migliorare la nostra conoscenza e la nostra tecnica. La seconda aiuta a non scoraggiarsi se le prime piante non crescono bene a causa di errori commessi nel momento del trapianto, o nell’irrigazione o per motivi climatici che non dipendono da noi.
Biografia di Sara Petrucci, autrice del libro Come fare l’orto biologico
Laureata in Scienze Agrarie ad indirizzo “agricoltura biologica e multifunzionale”. Ha superato l’esame di stato e preso l’abilitazione a Dottore Agronomo e Dottore Forestale. Dopo le prime esperienze in Toscana tra agriturismi e cantine, esplorando le diverse declinazioni della multifunzionalità dell’agricoltura, ha iniziato a occuparsi di orticoltura biologica permaculturale, presso una cascina lombarda che cercava collaboratori per un progetto di orticoltura biologica permaculturale. Recentemente si è addentrata anche nella risicoltura, nella frutticoltura e nelle osservazioni su vecchie varietà di mais. A febbraio 2017 ha conseguito il corso per Tecnico Ispettore del Biologico per le produzioni vegetali e a agroalimentari
Per contatti: info@sarapetrucci.it o visitare il suo sito www.sarapetrucci.it